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VUOTO FITTO

Voglio raccontarvi una storia: 

"Una storia che parla di un luogo misterioso, situato alla fine del “Vuoto fitto”: si tratta dell’ “arcipelago che non c’è”.

Ci sono giunta per caso, nel corso del mio ultimo viaggio a bordo di un’astronave supersonica guidata dall’uomo di pietra.

Nel mare che circonda l’arcipelago, ma ancora dentro i confini del vuoto fitto, vive la balena girasole, dolcissimo animale che si ciba esclusivamente di cimici e calabroni ed il pesce volante che nulla teme e sfida le altezze più alte.

Nel bosco dell’arcipelago crescono vigorosi alberi cristallo, alberi orso e magnifici esemplari di alloro blu; qui vive il lupo rosorosso, padrone indiscusso delle notti illuminate dalle lune disarmanti: mi riferisco alle lune animate, quelle plastiche e parlanti. Dal sorgere al tramonto sussurrano: “Ti vedo”, “Sono la luna del 19 aprile”, anche se si è in febbraio.

Si dice che in queste notti i pipistrelli si nascondano all’ombra dei pioppi rossi, la photinia si indori e le donne si riuniscano sotto gli alberi strega, alberi strani e peccaminosi, e che, dopo aver tracciato a terra lo scarabocchio segreto, si abbandonino a danze scatenate e contagiose. Badate bene che la musica di quelle danze è così irresistibile che anche Eva - addormentata - si desta per abbandonare in tutta fretta l’albero di Adamo e la propria caverna e correre al sabba. Accorrono anche i fiori ballerini, il girasole, il derviscio rotante. Dalle valli e dal bosco – in volo - al richiamo delle musiche incantate giungono i fiori rossi, rifugio di insetti e piccole creature e acero-ippo, specie molto timida e schiva che non sa resistere al richiamo della musica.

Si dice anche che proprio in quelle notti, capiti, ogni decennio, che gli elementi abbiano voglia di scatenarsi dando vita a trombe d’aria, uragani e tempeste. Quando accade l’arcipelago si trasforma in purgatorio colorato, dove le regole si ribaltano: l’albero rosso si trova inseguito da cieli viola, gli aquiloni rossi restano impigliati tra i filari e le donne ruotano la testa come invasate Capita, nei casi più gravi, che il fiore bianco e nero si metta ad urlare: “sono il fiore giallo, sono il fiore giallo!”. E’ a questo punto che si diffonde tra gli abitanti una follia inconsapevole ed essi automaticamente riducono il proprio visus al rassicurante bianco e nero concedendosi, al massimo, sfumature di grigio, pur potendo godere di tutti i magnifici colori del “Vuoto fitto”.

In questi casi soltanto l’intervento della messicana può far cadere il velo che ottenebra tutte le menti. Con il suo cappello esce dalle fessure profonde - dove di solito si nasconde all’occhio umano - alla ricerca della rosa tripla, della rosa interessante e dell’iris, ingredienti necessari per preparare la salvifica pozione. Il suo viaggio sarà lungo ma gli occhi del bue la aiuteranno a vedere con chiarezza: ormai il fumo e le nubi sono rosazzurri e non fanno più paura.

E infatti, finalmente, all’orizzonte compare l’ultima nuvola: il cumulonembo.

Di più non posso dirvi, devo correre a confondere l’’ordine dei personaggi del Vuoto fitto.

A voi non resta altro da fare se non sfogliare questo libro e conoscerli."

Buon divertimento!

ElenaRivautella

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